Vini italiani ed europei: l’impatto delle novità eurounitarie in tema di Indicazioni Geografiche (IG)

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In ambito eurounitario si sta lavorando alla nuova riforma che nei prossimi mesi dovrebbe interessare le IG: da qui le riflessioni (e qualche critica) da parte degli operatori di settore.

La Commissione Europea, a partire dal 31 Marzo 2022, ha imbastito un “tavolo di lavoro” per la predisposizione di un nuovo Regolamento eunitario; volto a determinare le condizioni e modalità di attribuzione della denominazione IG (Indicazione Geografica) in relazione ai prodotti vitivinicoli, alle bevande spiritose ed ai prodotti agricoli (e ad altri regimi di qualità dei prodotti agricoli).

Tale proposta di Regolamento rappresenterebbe il frutto di un più ampio processo di consultazione; avviato con la “valutazione d’impatto iniziale” (pubblicata nell’ottobre 2020), alla quale sono seguite (tra gennaio e aprile 2021) dapprima un’apposita consultazione pubblica e poi consultazioni mirate con gli Stati membri UE e le organizzazioni di settore.

La manovra è inclusa in più ampi piani / programmi strategici della Commissione Europea; in particolare relativi al:

  • Green Deal: il complesso delle iniziative strategiche poste in essere dall’UE per raggiungere la “transizione verde” e la neutralità climatica entro il 2050;
  • Farm to Fork: programma decennale di iniziative europee finalizzate alla transizione verso un sistema alimentare sostenibile, equo, sano e rispettoso dell’ambiente.

La denominazione IG mira a tutelare il nome di una bevanda spiritosa o di un vino aromatizzato; proveniente da una determinata area geografica di (che sia un Paese, una Regione o una località). Ciò nei casi in cui da tale origine geografica discende direttamente una qualità particolare, un connotato specifico od altre caratteristiche proprie del prodotto stesso.

L’intenzione perseguita dal Legislatore eurounitario, mediante l’introduzione (futura) di questo nuovo Regolamento EU in tema IG, risulterebbe quella di incrementare la diffusione di tali indicazioni nel territorio eurounitario; al fine di favorire l’economia rurale nonché di innalzare il livello di tutela dei prodotti agricoli e vitivinicoli (con particolare riferimento ai prodotti oggetto di vendita tramite piattaforma online). 

Tra l’altro, sul punto, la Commissione Europea ha proposto i seguenti interventi in tema di:

  • maggiore sostenibilità: attraverso la valorizzazione di azioni in materia di sostenibilità sociale, ambientale ed economica nel disciplinare di produzione;
  • migliore protezione delle IG sul web: con particolare riguardoalle vendite effettuate mediante piattaforme online, alle registrazioni in malafede di IG nonché all’uso distorto delle IG nel sistema dei nomi di dominio;
  • possibilità ai gruppi di produttori di rapportarsi con autorità doganali ed anticontraffazione: attraverso la possibilità di accedere e gestire la protezione delle IG mediante l’accesso diretto alle suddette autorità in tutti i Paesi dell’UE;
  • previsione di procedura di registrazione semplificata e abbreviata: tramite la predisposizione di una procedura unitaria di registrazione delle IG per i richiedenti UE e per quelli extra UE.

In commento a tale proposta di riforma, si delinea una divisione nel sistema nazionale di produzione di vini italiani. Ciò in quanto:

  • da un lato vi è chi ritiene che tale proposta di Regolamento configuri una minaccia all’autonomia degli operatori del settore; come diversi consorzi di vini italiani che hanno comunicato alla Commissione europea le loro perplessità / contestazioni in merito alla riforma (mediante l’invio di apposita nota);
  • dall’altro lato c’è chi considera la stessa proposta come una risorsa per lo sviluppo e la crescita dell’intero settore.

Non ci resta che attendere i 25 aprile 2023: data entro la quale si capirà come intende comportarsi la Commissione Europea in relazione a tale nuova riforma.

Avvocato Davide Torcello

Dottoressa Ludovica Di Giovanni

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