Decreto “RILANCIO”, Legge n. 34/2020. Le previsioni e le sorti della filiera agroalimentare e dell’industria vitivinicola.

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La progressiva “mutazione” dell’emergenza – da sanitaria ad economica- sta incidendo notevolmente anche sulla filiera agroalimentare; danneggiando il comparto per svariati miliardi di euro.

Secondo le stime fornite dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (“ISMEA”), relativamente al settore degli agriturismi, il calo si attesterebbe al 65% della domanda internazionale ed al 40%-50% della domanda nazionale; con una flessione negativa del 59% dei pernottamenti.

A questi dati, si devono aggiungere i 70 milioni di euro di mancati incassi derivanti dalle cancellazioni delle visite negli stessi agriturismi – fattorie didattiche; ragion per la quale la Cia – Agricoltori Italiani aveva richiesto al Governo (nelle more della creazione del D. L. cd. “Rilancio”) la previsione di aiuti di ingente portata in favore di tuta la filiera agroalimentare ed agrituristica.

Tali supporti avrebbero dovuto condurre alla creazione di coupon per famiglie da spendere presso le strutture ricettizie in questione; consentire di destinare le fattorie didattiche a centri estivi per l’accoglienza dei minori under 14, nonché tradursi nella creazione di incentivi fiscali (sotto forma di detrazioni) per le spese sostenute per i servizi di alloggio e di ristorazione negli agriturismi.

I principali provvedimenti adottati con il D. L. “Rilancio” (D. L. n. 34/2020) per il settore dell’agricoltura concernono: 1) il contenimento della produzione e miglioramento della qualità dei vini; 2) la conferma del cd. “Bonus 500 euro” per i braccianti agricoli anche per i mesi di aprile e maggio 2020; 3) l’istituzione di un fondo emergenziale a tutela della filiera.

1) Riguardo al primo provvedimento si fa notare che, nel corso della pandemia, il Ministero delle Politiche Agricole ha adottato il Regolamento n. 2183, attuativo del Testo Unico del Vino; per mezzo del quale ha introdotto alcune importanti novità circa i contrassegni dei vini D.O.C.G. e D.O.C..

In primis, con il predetto Regolamento è stato dichiarato il monopolio della stampa dei contrassegni per i vini D.O.C. e D.O.C.G. in favore dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato; a differenza di quanto previsto dall’art. 47 del Testo Unico del Vino, il quale prevedeva la possibilità per i privati di procedere alla stampa dei contrassegni alfanumerici.

Il secondo elemento di novità è dato dalla creazione di un sistema telematico di tracciabilità: l’imbottigliatore dovrà richiedere, “all’Organismo di controllo” od al “Consorzio” (qualora esso sia stato a ciò autorizzato), i codici alfanumerici “univoci non seriali” da indicare in chiaro sull’etichetta; il tutto prima che il vino venga imbottigliato per essere poi immesso nel mercato.

L’imbottigliatura e l’etichettatura dovranno essere contestuali; ovverosia, dovranno eseguirsi nei luoghi nei quali si procede all’imbottigliamento del vino.

Dal canto proprio, “l’Organismo di controllo” od il “Consorzio”, attraverso dei “provider” (reperibili negli elenchi del Ministero delle politiche agricole alimentari ed ambientali), emetteranno i codici richiesti secondo le direttive emanate dal MIPAAF stesso.

Le etichette, così ideate, permetteranno l’identificazione del “provider” che le ha generate e dell’“l’Organismo di controllo” che ne ha fatto richiesta.

Al momento dell’emissione dei codici alfanumerici, univoci e non seriali, si procederà anche all’associazione tra il prodotto vitivinicolo imbottigliato; il numero di partita; il numero dei contenitori utilizzati per l’imbottigliamento; la capacità dei contenitori utilizzati, oltre al nome del vino e l’eventuale denominazione D.O.C. od I.G.T..

Tutto ciò con l’onere, gravante in capo all’imbottigliatore, di tenere traccia delle operazioni (di richiesta; di rilascio e di applicazione dei codici alfanumerici) negli appositi registri telematici.

Degno di nota, altresì, è il Regolamento n. 601/2020 della Commissione europea (pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4.5.2020); foriero di buone notizie per gli agricoltori.

Nel testo del provvedimento, infatti, si legge che è stata differita la previsione riguardante la durata di tre anni delle “autorizzazioni per gli impianti vitivinicoli” (contenuta nell’art. 62 del Regolamento n. 1308/2013). Nello specifico, è stato previsto che la validità delle autorizzazioni rilasciate per i nuovi impianti – le quali risultano essere già scadute o in scadenza nel 2020 – sarà prorogata di ulteriori 12 mesi.

Tale scelta è stata replicata in tema di “autorizzazioni al reimpianto od alle estirpazioni”.

L’unico limite previsto in relazione a detta previsione normativa è l’impossibilità, per i viticoltori, di avvantaggiarsi del differimento di cui sopra e, contemporaneamente, di accedere al bonus per la cd. “vendemmia verde”.

Difatti, l’art. 223 del D.L. “Rilancio” (D.L. n. 34/2020) prevede che siano stanziati, nello stato di previsione del MIPAAF, 100 milioni di euro per l’anno 2020; da destinarsi alle imprese viticole che si impegnano alla riduzione volontaria della produzione di uve (la cd. “vendemmia verde”), destinate a vini D.O.C. o I.G.T., in misura non inferiore al 15% rispetto al valore medio delle quantità prodotte nei precedenti 5 anni.

2) Sempre scorrendo il testo del D.L. “Rilancio”, si segnala che l’art. 84 conferma il “Bonus 500 euro” per i braccianti agricoli anche per il mese di aprile e maggio 2020; ciò in favore dei soggetti che già risultavano essere stati beneficiari del “Bonus 600 euro” nelmese di marzo u.s..

Ma la vendemmia potrebbe subire comunque un forte crollo, qualora non si riuscissero a reperire i lavoratori stagionali. In proposito, il Presidente della Coldiretti, Dott. Ettore Prandini, si è fatto portavoce delle doglianze dei viticoltori, i quali richiedono la riapertura dei cd. “corridoi verdi dell’Est”.

Infatti, senza l’ausilio apportato dai lavoratori provenienti dalle aree dell’est Europa – i quali rappresentano un quarto della manovalanza impiegata nei vigneti – la vendemmia, che solitamente occupa 65mila lavoratori qualificati, potrebbe non avere luogo.

A tal proposito, si auspica che la cd. “quarantena attiva” possa trovare applicazione nel settore in esame; così da consentire la mobilità dei braccianti all’interno dell’Unione, senza che essi debbano scontare l’assoggettamento ai canonici 14 giorni di quarantena.

3) A detto bonus deve aggiungersi (sempre in forza di quanto contenuto nel D.L. “Rilancio”) lo stanziamento di 500 milioni di euro per l’anno 2020; previsto dall’art. 222 con la creazione del “Fondo emergenziale a tutela delle filiere in crisi” (grazie al quale potranno essere finanziati gli interventi di ristoro per i danni subiti dal settore agricolo, oltre che della pesca e dell’acquacoltura).

Sostegno richiesto, a gran voce, anche dall’industria del vino; la quale oggi (a seguito della chiusura di bar e ristoranti), potrebbe perdere ben due miliardi di euro.

Tale catastrofica previsione giunge all’esito dell’indagine svolta da Mediobanca; la quale, prendendo a riferimento le principali società vinicole italiane / internazionali quotate, ha rilevato che il 2020 porterà con sé un calo del fatturato compreso tra il 20% ed il 25%.

Non resta, pertanto, che monitorare l’evoluzione dello scenario in esame; con l’auspicio che tutti gli incentivi trattati nelle righe che precedono possano rivelarsi concretamente utili per gli operatori dei settori interessati.

Avv.to Davide Torcello e Dott.ssa Ida Salerno

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